Cecilia
Cecilia | No Comment
Mimesi “Ricordare attaverso il gesto del ricamo, diventa una riflessione antropologica, un richiamo costante al passato individuale quanto collettivo attraversando tempo e spazio insistendo e attingendo alla memoria, perno centrale della mia ricerca. Memoria come dovere simbolico, incontro e traslazione tra memoria individuale e collettiva, memoria privata e pubblica, memoria narrativa e memoria del corpo. Il ritmo cadenzato e paziente del ricamo, la ripetizione della gestualità, sottende una litania, un mantra che induce altrove. Nel momento in cui viene punta la tela ed attraversata dal filo, il passato torna nel presente in un costante atto di riportare in vita il trascorso.” “Le forme create dalle trame volontarie, creano un ulteriore disegno nel manufatto, una stanza spirituale, nata dall’incontro dei due movimenti, dalla frizione dell’intenzione, dai contrasti, dal confronto, dal sincretismo degli studi compiuti su culture diverse che genera mescolanze, fusioni ed interazioni presenti nel lavoro. Specchiarsi e rispecchiarsi nell’altro, il riflesso del sé, il riflesso dell’universo, relazione creatrice e motore di coscienza e di legame. In quello spazio vi è presente quell’ altrove richiamato in tutta la ricerca, unicum, che fugge il controllo della narrazione, e che permette all’opera di vivere di vita propria. Si delineano nelle tele, ambiti mentali, mondi immaginifici semi-consci, ancestrali, riconducibili anche al mondo degli antenati, della discendenza e della tradizione, e sentiti come reconditi, primordiali, atavici. Questa visione individuale, al contempo collettiva, permette allo spettatore di decifrarne la lettura della narrazione, attraverso un personale filtro interpretativo. Mimesis “Remember the gesture of the embroidery, becomes an anthropological reflection, a constant call to the individual past as collective by crossing time and space insisting and drawing on memory, the central pivot of my research. Memory as a symbolic duty, meeting and translation between individual and collective memory, private and public memory, narrative memory and body memory. The cadenced and patient rhythm of the embroidery, the repetition of gestures, underlies a litany, a mantra that induces elsewhere. When the canvas is aiming and crossed by the thread, the past returns to the present in a constant act to bring the past back to life. " “The forms created by the voluntary plots create an additional design in the artifact, a spiritual room, born from the encounter of the two movements, from the clutch of the intention, from the contrasts, from the comparison, from the syncretism of the studies carried out on different cultures that generates mixes , mergers and interactions present in the work. Mirroring oneself and oneself in the other, the reflection of the self, the reflection of the universe, creative relationship and engine of consciousness and bond. In that space there is present that elsewhere recalled in all my research, unique, which escapes the control of the narrative, and which allows the work to live a life of its own. Mental fields, semi-conscious, ancestral imaginary worlds are outlined in the canvases, also attributable to the world of ancestors, descendants and tradition, and felt as hidden, primordial, atavistic. This individual, at the same time collective, vision allows the viewer to decipher the reading of the narrative, through a personal interpretative filter.
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